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VIDEOREEL

POLE DANCE

o semplicemente

nomen omen traditum ante litteram

Pole Dance è una commedia surreale dove il principale personaggio è Ruben Moretti, un docente di storia della religione e di filosofia. All’inizio dello spettacolo Ruben Moretti appare come una persona razionale, intelligente, con la mente aperta riguardo i rapporti tra donne e uomini e, per come si descrive lui, una persona civile. Presto accadranno delle situazioni che lo faranno riflettere sulla vita che ha vissuto e su particolari che gli sembravano insignificanti. Dovrà affrontare le conseguenze dei princìpi che, da persona civile e rispettosa verso i diritti delle donne, ha sempre tollerato. Tutto ha inizio con l’arrivo del figlio che nasce con la pelle nera, una tragedia personale che lo sconvolge completamente! Ovviamente il primo pensiero, e unica risposta, sembra essere quella di essere stato tradito dalla moglie Susanna. Lei, una missionaria, è un personaggio che si presenta con caratteristiche positive: carità e onestà, due parole che descrivono meglio questo personaggio; il tradimento sembra essere una risposta impossibile, ma tutto pian piano inizia ad avere uno sviluppo piuttosto inaspettato e complesso. Tutto quello che dovrà scoprire Ruben gli cambierà completamente il modo di vedere quelle cose che sembrano banali, insignificanti o incivili, ma che possono percettibilmente influenzare e radicalmente cambiare la vita di chiunque.

 

 

 

 

L'a civiltà è una religione dove i comandamenti sono in continuo aggiornamento”.

Sargis Galstyan 

La casa delle api

Due essere umani  un uomo e una donna, un paziente e una dottoressa, un ribelle dello status quo e una guardiana inconsapevole della società dominatrice sono obbligati da quelle stesse regole che uno di loro lo strano, per intenderci aborra al punto tale da provare più e più volte l’atto estremo del fine vita autoimposto, a costruire un rapporto dapprima all’insegna della violenza di stato gli accertamenti sanitati praticamente obbligatori e in seguito nel nome di una comunione di vedute che nella più banale delle decodificazioni dello spettatore e quindi del critico, ci mancherebbe potrebbe essere tradotto nel sentimento dell’amore.

“La Casa delle Api” è lo splendido grido di dolore di un autore che urla, tramite anche due attori molto bravi, il proprio disappunto per l’immutabile organizzazione di un mondo che preferisce sopravvivere sotto il giogo di regole ingiuste ma certe, piuttosto che dedicarsi ad una profonda forma di autocoscienza che metterebbe in pericolo ogni uso e costume ormai sedimentato da migliaia d’anni di uso ininterrotto.

In “La Casa delle Api” vi è un burattinaio che tira le fila e vi sono marionette che dapprima subiscono e poi, con grande fatica e con il rischio di pagare prezzi troppo alti, prendono coscienza dei collegamenti neanche troppo nascosti, vi è da dire esistenti tra le religioni e i mass media e i sistemi economici e i metodi di organizzazione sociale tutti attivamente protagonisti all’interno del grande disegno di controllo degli essere umani sia nella loro natura di individui che nella loro dimensione collettiva.

 

 

 

La vita è lotta e tormento, delusione, amore e sacrificio, paura e vittoria, è tutto. È nulla. È niente. È un’illusione.”.

Sargis Galstyan 

PROPOSTA DI MATRIMONIO

Proposta Di Matrimonio è un atto unico scritto da Cechov nel 1888. Fra ruggini antiche di buon vicinato, e comici squarci di vita campestre, si assiste al ruvido

approccio fra due rampolli di buona famiglia in cui i battibecchi si alternano a rappacificazione preludendo a quello che sarà la futura vita matrimoniale. Ivan Vasilevic Lomov si presenta in casa del possidente

Stepan Stepanovic Cubukov per chiedere in moglie la figlia Natalia, che a sua volta pensa che Lomov sia venuto per un contratto d'affari e scopre solo alla fine

che si trattava di un contratto di matrimonio. Tutto il testo è basato su questo equivoco. Partendo da una piccola disputa sulla proprietà di un prato o da un

diverbio sulle capacità dei propri cani, i due continueranno a scambiarsi invettive in un crescendo di battibecchi comici dallo scoppiettante finale. Anche in questo atto unico non ci troviamo di fronte a personalità annunciano e talvolta anticipano ridicole figure dai contorni borghesi, esseri di rilievo, ma a personaggi che puerili, prigionieri di sogni volgari, di ambizioni futili, capaci tutt'al più di piccole

rivelazioni, svenimenti e capricciose pulsioni.

 

 

 

il grande male

 

Nel 1915 un milione e mezzo di armeni furono assassinati nell’Impero Ottomano seguendo un piano stabilito in anticipo ed eseguito metodicamente con lo scopo ultimo di distruggerne la civiltà. Gli armeni furono così vittime di un genocidio che sarebbe diventato un riferimento funesto per coloro che vennero dopo. Da allora, i governi turchi che si sono succeduti hanno combattuto energicamente per far dimenticare questo triste episodio del passato del loro paese. Nello spettacolo "Il Grande Male" abbiamo raccolto preziose testimonianze del genocidio, prove e documenti, che lasciano senza fiato, é la pagina più scura della storia del uomo, una pagina che fin ora l'umanità non ha  coraggio di affrontare ed ogni volta evita con silenzio, 100 anni di negazionismo. Ancora oggi, soprattutto in Turchia, il semplice fatto di enunciare questa verità storica scatena, contro coloro che lo fanno, una violenta opposizione, minacce fisiche e in qualche caso perfino la morte. Il negazionismo alimenta il razzismo e l’odio contro gli armeni e altre minoranze non musulmane. Alcuni vorrebbero far credere che ammettere la realtà del genocidio armeno sia un attacco contro tutti i turchi e contro la stessa natura turca, quando di fatto si tratta di una denuncia al negazionismo e di un passo avanti per la giustizia e la democrazia.

 

 

 

Tutti i genocidi futuri, che non sono ancora avvenuti, hanno già avuto inizio nel momento in cui il mondo ha rifiutato di condannare il genocidio degli armeni..

Sargis Galstyan 

A porte chiuse

Garcin: “Sono morto troppo presto, non mi è stato concesso il tempo per compiere i miei atti.”

Ines: “ Non sono cattiva, solo che ho bisogno della sofferenza degli altri per esistere.”

Estella: “ Mi sento strana, quando non mi vedo, mi chiedo se esista veramente.”

Una rappresentazione del tutto originale che si fonde con il tango, sulle musiche di Astor Piazzolla, René Aubry, Gothan Project e Mariano Mores, e che restituisce all'opera dinamiche e ritmi accattivanti. Un canale espressivo più diretto per trasmettere l’angoscia e la disperazione dei personaggi, specie quando il dolore li rende muti. In assenza di parole il corpo si ribella e libera il suo linguaggio. Nasce una nuova ricerca teatrale che unisce diverse arti e le sintetizza in un unico stile espressivo.

“La realtà busserà alla tua porta, come dice Sartre ‘tutti siamo liberi di poter scegliere, e compiendo le nostre scelte, scegliamo noi stessi, solo le azioni decidono chi siamo’. A porte chiuse è quella realtà che si trova al di là della tua porta, prima o poi l'apriremo tutti e scopriremo la nostra vera e più profonda anima, quell'anima che per tutta la vita cerchiamo di celare.

 

 

 

 

L'arte ha una missione: emozionare, colpire la sensibilità del pubblico, stupirlo e, anche in un tempo relativamente breve, lasciare un segno indelebile nell'animo di ognuno”.

Marine Galstyan 

blablateca di tango

Con lo spettacolo Blablateca Di Tango andiamo a scoprire il tango sotto un altro aspetto, un altro volto; un volto nascosto in un abbraccio amoroso che non si nota nel vortice di passione che si accende tra i due ballerini, a meno che quel volto non venga smascherato e reso riconoscibile sotto le luci del palcoscenico. Un volto brillante come uno specchio dove ognuno può riconoscere se stesso, e da quella scoperta ci appare un tango insolito e completamente diverso da quello che siamo abituati a vedere e a pensare; un Tango che mette in rilievo le singole caratteristiche di ognuno dei personaggi assumendo sfumature e aspetti comici, buffi e esagerati. Scopriremo la sua trasformazione nelle varie manifestazioni: dieci personaggi grotteschi che con i loro discorsi ci trasporteranno in una dimensione unica fatta da vizi e convinzioni, debolezze e desideri che non sono estranei a nessuno di noi. Tutti questi personaggi sono gestiti da uno spiritoso Barman che assume quattro bellissime soubrette tanghere per attirare clienti nel suo vecchio locale.  Il Barman che è il personaggio chiave dello spettacolo e rispecchia pregi e difetti di un qualsiasi barman, che tutti i giorni è in contatto con centinaia di persone, ognuno delle quali gli insegna sempre qualcosa, si confida con lui, lo fa arrabbiare, lo emoziona, lo sorprende e forse lo rende sempre migliore. È un barman che riesce a gestire qualsiasi discorso parlando di qualsiasi argomento specifico nonostante le conoscenze limitate, questo è possibile proprio perché ha acquisito il suo sapere dal contatto costante con i propri clienti. Il Barman diventa una specie di psicologo e ha imparato a conoscere le persone; queste si rilassano al banco del suo bar e si aprono a lui mostrandogli il loro vero volto: specchio di debolezze, vizi e desideri.

 

 

 

 

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"Il Grande Male" dedicato al Genocidio Armeno

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